ADATTAMENTO

 E’ il processo attraverso il quale l’organismo reagisce alle richieste di sforzo fisico superiori ala media con modificazioni funzionali e morfologiche che hanno come conseguenza una accresciuta capacità di lavoro e di carico. E’ un processo biologico che si manifesta attraverso modificazioni:morfologiche, cardiache, respiratorie, metaboliche e strutturali.

L’andamento dell’adattamento è stabilito da caratteristiche genetiche e prende il nome di adattabilità.

PRINCIPIO DI SUPERCOMPENSAZIONE ( di Jakowlew, 1972)

In stato di riposo tutti gli organi ed i sistemi del corpo si trovano in uno stato di disponibilità a reagire, omeostasi o equilibrio.

Ogni organismo, anche in allenamento,tenderebbe a mantenere questo equilibrio dinamico, l’omeostasi, anche nel caso di grande richiesta di prestazione.

I carichi , quindi provocano un processo di affaticamento al quale segue una  fase di recupero, il recupero porta successivamente ad una supercompensazione, nel senso di un aumento del livello energetico della prestazione = nuovo equilibrio.

Questa teoria ha rappresentato per venti anni l’appiglio scientifico della teoria dell’allenamento, ma alla luce delle nuove conoscenze deve essere corretta poiché la supercompensazione può essere riferita solo al processo del metabolismo del glicogeno.

La formazione dei processi di adattamento inoltre, non può essere considerata come continuativa all’infinito, né a breve né a lungo termine.

A questo proposito MADER & WERCHOSCHANSKJI, hanno proposto (1988-1989) la cosiddetta RISERVA DI ADATTAMENTO.

La capacità degli organi e dei muscoli di adattarsi all’allenamento in generali, si basa su quattro principi:

  1. Supercompensazione

  2. Carico crescente

  3. Eterocronismo, cioè differenza nel tempo di ristabilimento (recupero) e della supercompensazione nei vari muscoli.

  4. Carattere specifico dell’adattamento dei muscoli e degli organi, da cui deriva l’eterocronismo.

  

TEORIA DELLA RISERVA DI ADATTAMENTO

(Werchoshanskji e Mader)

 

Il limite dell’adattamento è geneticamente determinato. Questo limite viene definito riserva di adattamento; comunque in ogni momento nell’organismo c’è una determinata CAPACITA’ FUNZIONALE ATTUALE , che determina il livello momentaneo di prestazione ed è il risultato di processi di adattamento realizzati fino a quel momento.

Questa capacità costituisce il limite superiore della RISERVA FUNZIONALE attualmente disponibile vista come differenza tra la capacità funzionale e le sollecitazioni attuali.

Il carico richiesto può essere considerato ottimale se la riserva funzionale attuale viene sollecitata quasi al limite della capacità funzionale attuale.

Se la sollecitazione è superiore o inferiore l’effetto allenante sarà minore di quello atteso.

Le richieste corrette di carico portano a sollecitazioni, che sfruttano in modo ottimale le riserve funzionali attuali.

L’effetto di allenamento cresce fino a un certo livello.

 Elevati volumi di carico portano a sollecitazioni nel settore della capacità funzionale attuale e parzialmente anche al di là di esso.

 Con un corretto dosaggio dei carichi dapprima si provoca una diminuzione della prestazione e poi, diminuendo il volume del carico e aumentando l’intensità, si ottiene un effetto di allenamento ritardato a lungo termine (EARLT). 

FASI DI ADATTAMENTO DEI SINGOLI SISTEMI FUNZIONALI:

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 I.      FASE aggiustamento temporaneo che si esaurisce con il recupero

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  II.       FASE adattamento permanente nel tempo.

                                           

LEGGI CHE REGOLANO L’ADATTAMENTO: 

bulletGli adattamenti avvengono in maniera specifica.
bulletI processi adattavi incrementano sia la capacità di prestazione sportiva che quella di carico.
bulletNon tutto il carico viene assimilato dall’atleta ma solo la sua capacità di carico in quel momento
bulletStrutture uniformi di carico per periodi prolungati conducono all’effetto di assuefazione.
bulletSe un sistema adattato non viene più sollecitato regredisce (meno la rapidità e la forza, più la resistenza).
bulletIl potenziale di adattamento è limitato da fattori genetici, e per i giovani, dalle “fasi sensibili”.
bulletLe sollecitazioni hanno un limite.

 

Fonte:Appunti di Teorie e metodologia di allenamento-Facoltà di Scienze Motorie Perugia